Fabrizio Corona torna in carcere: violate le disposizioni del tribunale


Fabrizio Corona è tornato in carcere. A deciderlo è stato il magistrato di sorveglianza Simone Luerti che ha sospeso l’affidamento terapeutico che, nel febbraio dello scorso anno, aveva consentito al re dei paparazzi di uscire dal carcere di San Vittore. Nel pomeriggio di lunedì 25 marzo Corona è però tornato in carcere: a prelevarlo e a riportarlo dietro le sbarre sono stati i carabinieri. (Continua a leggere dopo la foto)

 



 

La decisione di sospendere il regime di affidamento terapeutico a cui Corona era sottoposto sarebbe stata presa dal magistrato per via delle numerose violazioni che il 44enne catanese ha commesso, infrangendo le numerose restrizioni che doveva rispettare. Più volte negli scorsi mesi la procura generale aveva chiesto che Corona tornasse in carcere, ma il tribunale di Sorveglianza aveva finora sempre respinto le richieste. (Continua a leggere dopo la foto)

 






Secondo quanto trapelato la decisione del magistrato sarebbe legata alle violazioni che Corona avrebbe commesso negli ultimi mesi, infrangendo le disposizioni che gli aveva imposto il tribunale di sorveglianza. Ora sarà lo stesso tribunale a decidere, nelle prossime settimane, se revocare l’affidamento. L’ultima apparizione dell’ex fotografo risale a domenica 24 marzo quando era apparso in tv su La 7 a “Non è l’Arena” di Massimo Giletti. (Continua a leggere dopo la foto)

 



 

A fine febbraio, sempre il magistrato del Tribunale di Sorveglianza Simone Luerti aveva emesso una «diffida» dei confronti di Corona, imponendogli fino al 30 marzo di non lasciare più la Lombardia per serate e programmi tv. Per il magistrato, ha commesso una serie di clamorose violazioni delle disposizioni dimostrando la sua «colpevole ed eccessiva superficialità». A dicembre, autorizzato per un’attività nel Vicentino, ha raggiunto Udine senza autorizzazione. Il 13 gennaio, la Polizia penitenziaria di San Vittore a Milano lo ha sorpreso mentre si faceva riprendere da una telecamera di fronte alla carraia di San Vittore. C’è poi una presenza nel boschetto della droga di Rogoredo, periferia sud est di Milano, per la trasmissione tv «Non è l’Arena».

 

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