Evelina e Alba, le figlie ‘segrete’ di Vittorio Sgarbi: “Ecco chi sono le loro mamme”. Il critico d’arte svela tutto


Si chiamano Alba ed Evelina, sono sorellastre e in comune hanno un cognome di un certo peso: Sgarbi. Sì, è proprio come immaginate, sono le figlie (riconosciute naturalmente) del critico d’arte Vittorio. Insieme hanno accettato di mostrarsi in tv accanto al padre ospite del programma di Canale 5 ‘Live – Non è la d’Urso’. Ma entriamo nel dettaglio delle loro vite. Evelina, 19 anni, è nata dalla storia d’amore con Barbara, definita da Sgarbi come “una donna molto brava e seria”. Alba, invece, 20 anni, è nata da una relazione di poco precedente che Sgarbi ha avuto con una cantante albanese conosciuta alla Camera dei Deputati. “Venne a cantare e io le ho detto puoi venire a cantare da me? Cantando, cantando, è arrivata lei…”, ha spiegato ironico.

Che rapporto hanno col padre Alba ed Evelina Sgarbi? “Quando serve c’è, anche affettivamente”, hanno risposto le ragazze, a cui ha fatto seguito il commento di Sgarbi: “I figli sono delle madri, il padre è un incidente. Sono brave belle e intelligenti per merito delle madri”. Oltre alle due ragazze, Sgarbi ha anche un figlio, Carlo, nato un’altra relazione. e proprio riguardo Carlo, il sindaco di Sutri (VT) ha dichiarato al Maurizio Costanzo Show: “I miei figli li ho avuti per sbaglio. Ne ho avuti tre senza mai aver voluto essere padre, è stata una mancanza di prudenza”. (Continua dopo la foto)



Parole pesanti dette davanti al primogenito Carlo, con lui in studio. “Mi sembra impossibile avere tre figli per sbaglio” ha ribattuto il ragazzo, ma Sgarbi ha incalzato: “Puoi averne anche sei di figli senza volerlo. Tua madre smise di prendere la pillola senza dirmelo”. Rotti ormai gli argini il critico ha continuato sulla stessa linea: “Io non voglio essere padre, lo sono diventato e mio figlio mi chiama genitore. (Continua dopo la foto)






L’ho messo al mondo, ma non mi sento padre, però voglio bene ai miei figli”. Elegante la reazione di Carlo, evidentemente abituato al personaggio: “Io stimo mio padre perché è riuscito a fare della sua passione il suo lavoro. E’ una persona che non smette mai di lavorare e questo gli da un’intelligenza grande. (Continua dopo la foto)



 


Dal lato emotivo mi fa tenerezza perché mio padre è un uomo che non è mai diventato padre, ma è sempre rimasto figlio. Ho tenerezza, perché credo che lui ha perso quest’occasione, può ancora fare figli ma intanto ha un figlio, primogenito che sono io, poi ha altre due figlie, squisite. Lui ci ha, ma ha perso gli anni migliori e forse dovrebbe recuperarli”. Insomma, quando i figli sono migliori dei padri.

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