“Non dovevate farlo”. Mia Martini, ancora bufera dopo il film. “Non bastava da viva…”


“Io sono Mia” è il film sulla vita di Mia Martini andato in onda martedì 12 febbraio: un film interpretato alla perfezione da Serena Rossi (che sul palco dell’Ariston, a Sanremo, aveva cantato “Almeno tu nell’universo”) che ha conquistato il pubblico italiano. Tantissimi gli spettatori che sono rimasti incollati allo schermo per guardare la storia unica e triste di una delle cantanti più talentuose che il nostro paese abbia mai avuto. E che è stata destinata a una vita di patimenti e isolamento per via di alcune maldicenze messe in giro sul suo conto da un impresario molto potente al quale Mia Martini aveva pestato i piedi.

Sembra che l’impresario in questione le avesse proposto un contratto di esclusiva a vita, contratto che Mia non accettò perché non si fidava di quell’uomo. E faceva bene. Alla prima occasione, quell’impresario la rovinò mettendo in giro la voce che portasse sfortuna. All’inizio fu una cosa “tiepida”, pian piano quella storia fu una catastrofe per lei che venne esclusa da tutto e accolta con toccatine o scongiuri quando arrivava da qualche parte. Continua a leggere dopo la foto



Ma se il pubblico italiano sembra aver accolto alla grande il film, c’è chi non ha gradito affatto e ha rivolto parole pesantissime al biopic “Io sono Mia”. “Non si può raccontare di anime ferite a meno che tu non sia ferito quanto loro. Nelle due ore circa di Io sono Mia non c’è neppure un graffio, una sbucciatura, che so, un principio di febbre, una lieve emicrania. Solo una vita scopiazzata, simulata e peggio recitata”. A bocciare in modo categorico il film è Giancarlo Dotto che ha detto la sua su Dagospia. Continua a leggere dopo la foto






Secondo lui quel film non rende affatto giustizia a Mimì. E allora si rivolge in modo ipotetico a Mia Martini “Dolce, rabbiosa, vulnerabilissima e ormai per sempre invulnerabile Mimì. Erano milioni a non saperne nulla di te prima, sono milioni a credere di saperne qualcosa adesso. Appena gli ultimi elefanti dalla memoria lunga si saranno estinti con tutto il loro software di cose viste, apprese e mai dimenticate, il plotone d’esecuzione di attori strepitosi testimoniati ed exploit irripetibili, biecamente, divinamente anti-naturalisti, anche quando giocavano da minimalisti, non ci sarà più nessuno a rompere i cogl*** con la petulanza di quello che è stato e non è più”. Continua a leggere dopo la foto



 


Dotto non ci va per niente per il sottile: “Parenti e amici stretti dovrebbero fare muro una volta per tutte contro la smania di schiodare dalle tombe le Martini, i Modugno, i Califano (degradato a macchietta anche nell’omaggio a Mimì, certo tornerà a vendicarsi come ha minacciato nell’epitaffio). Lungimiranti Fossati e Zero si sono chiamati fuori. Sapevano che la Mimì non si può raccontare. Offesa già abbastanza in vita”.

“C’era anche lui”. Mia Martini, l’ultima volta in tv prima del suicidio è da lacrime

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