Il 12 maggio 1995 Mia Martini è morta. L’hanno trovata con le cuffie del walkman nelle orecchie nella sua casa a Cardano al Campo. Morta per un arresto cardiaco. Dopo la sua morte, fu disposta l’autopsia sul suo corpo che stabilì che era morta di overdose. Ma quella teoria non convinse. E ancora oggi intorno alla morte di Mia Martini c’è mistero. In molti parlano di suicidio. Un suicidio provocato dallo sfinimento, dalle cattiverie, dalla malvagità degli esseri umani che le avevano rovinato la vita. Infangando il suo nome. Affibbiandole etichette cattive. Le dicevano che portasse sfortuna. E lei all’inizio ci rideva. Poi, però, ha iniziato a soffrire profondamente per via di quelle maldicenze. Finché non decise di ritirarsi dal mondo dello spettacolo.
Ma come possono essere umani essere così crudeli? A posteriori si disse che “quelli del mondo dello spettacolo” fecero circolare quelle voci sul suo conto per fermare la sua carriera, perché era una troppo brava. A nostro avviso non ci sono giustificazioni. Continua a leggere dopo la foto
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Fu anche quello che pensò Adriano Celentano che, 6 giorni dopo la morte di Mia, il 18 maggio 1995, le dedicò questa lettera sul Corriere della Sera: “Finalmente si è capito chi sono quelli che veramente portano jella: quelli del mondo dello spettacolo. Certo non tutti, ma una gran parte di questo mondo di merda, pieno di ipocrisia, deve avere qualche rimorso: in fin dei conti hanno contribuito non poco ad accorciare la vita di Mia Martini. E non parlo solo dei colleghi cantanti, ma dei fonici, dei musicisti, microfonisti, editori, arrangiatori e affini, che quando la vedevano si toccavano dando corso al barbarico rito degli scongiuri, mentre lei (una delle migliori interpreti d’Europa) l’unica cosa che chiedeva ai falsi dello spettacolo era solo un po’ di affetto…”. Continua a leggere dopo la foto e il video
Una lettera che fa venire i brividi e che continua così: “Ora gli stessi che, per anni le hanno somministrato il micidiale veleno costringendola all’isolamento totale, senza poter lavorare, lei che di bravura se li mangiava tutti, sono quelli che ora fingono di compiangerla esaltandone le qualità. Loro, i deficienti dello spettacolo, ai quali basta un semplice colore viola per non farli salire sul palcoscenico, che di fuori cantano la solidarietà ma di dentro annaspano nella crudezza del loro razzismo, portando sì iella, ma non agli altri, a se stessi. A te, Mimì, hanno fatto un favore mica da poco… Sei finalmente tornata a casa. Quella ‘Casa’ dove anche il più piccolo dei tuoi respiri non passerà inosservato, poiché l’amore che ti circonda non ha confini e la sua intensità è al di là di ogni descrizione”. Continua a leggere dopo la foto
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E conclude Celentano: “Da lassù, ora puoi comprendere che quaggiù eri in errore se pensavi che ti limitavi semplicemente a vivere e a cercare ciò che qui ti è sempre stato negato: amore e un po’ di benessere. Anche tu, come ognuno di noi, avevi una missione e forse sarà proprio questa tua sofferenza passata sulla terra che salverà tanta gente dalla spietata aggressione di quelle maldicenze che feriscono, emarginano e talvolta uccidono. Mentre ti spegnevi, un nuovo raggio di luce nasceva per illuminare i tanti a comprendere che nessuno può portare jella a un altro, se qualche volta c’è, è perché ce la siamo creata da soli. Nessuno ce la può dare”.
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Ultima modifica il 15-02-2019 alle ore 10:00/